Coro Polifonica Friulana Jacopo Tomadini
LOREM IPSUM
POLIFONICA FRIULANA JACOPO TOMADINI A. P. S. - Piazzale Santuario, 3 - 33078 San Vito al Tagliamento (Pn) - Friuli Venezia Giulia - Italia
Codice Fiscale: 80011110931 - Partita I.V.A.: 01281790939
Lorem impsum
The first news of a small choir at the Sanctuary of Madonna di Rosa in San Vito al Tagliamento dates back to 1923, when the Franciscan Fathers, Friars Minor of the Venetian Province of S. Antonio arrived in this area. In the Christmas of that same 1923, a Schola Cantorum was formed, made up of only men, almost all of peasant origin, aged between nine and twenty-five; instructor was Father Teodorico Catacristi.
In 1924 a small choir of girls was born, again thanks to Father Catacristi: weekly rehearsals were intense and frequent in order to make a good impression with decoration and solemnity at the numerous sacred functions in the Sanctuary. A series of lay directors succeeded Father Catacristi until 1934: maestro Magrini di S. Vito, maestro De Vittor assisted by the chorister Giovanni Fogolin, maestro Piazza and finally maestro Malusà.
Dal 1934 si alterneranno direttori ed organisti scelti tra i Padri Francescani secondo il volere dei Superiori Maggiori: Padre Ottavio Lauton, che dà un notevole incremento al coro creando inoltre tre gruppi distinti: coro di uomini, puer cantores e coro femminile. Gli subentra Padre Beniamino Spada, torna il Lauton, poi Padre Durigon, Padre Damiano Meda, Padre Antonio Pellizzare, Padre Felice, Padre Teobaldo ed ancora Padre Gaetano Marchetto. Con il passare degli anni il coro si evolve, il repertorio si arricchisce e frequentemente la corale è invitata presso altri santuari retti da Francescani per dare più solennità alle celebrazioni (Motta di Livenza, Gemona, ...).
Nel 1964 appare la figura di Padre Vittoriano Maritan, proveniente da Trieste che dopo lungo lavoro di affinamento e preparazione nel 1968 diede vita ad una ennesima sua creatura, un gruppo corale che prese il nome di un musicista friulano dello scorso secolo: Jacopo Tomadini.
fr. Vittoriano Maritan
(fondatore)
Padre francescano, da sempre amante della musica, ha incominciato la sua attività nel 1948 a dirigere il Coro del Santuario della Madonna dei Miracoli di Motta di Livenza (Tv). Negli anni '50 è a Trieste ed è qui che egli da vita alla Società Polifonica Santa Maria Maggiore, portandola alla ribalta internazionale aggiudicandosi il primo premio al Concorso Nazionale di Arezzo. Nel 1964 arriva a San Vito al Tagliamento (Pn) dove dalla Schola Cantorum del Santuario di Madonna di Rosa, trae e forma la prestigiosa Polifonica. Frequenta nel contempo un biennio della scuola di Paleografia Musicale di Cremona, iscrivendosi successivamente al Corso di Prepolifonia del conservatorio Benedetto Marcello di Venezia. E' inoltre delegato regionale per il Friuli Venezia Giulia dell'Associazione Italiana Santa Cecilia di musica sacra.
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Jacopo Tomadini, di povera famiglia, promosso al sacerdozio, divenuto canonico del Duomo della sua città natale (Cividale del Friuli, 24.08.1820), visse costantemente vita modesta ed umile, per quanto fosse stato dotato da Dio di eccellenti qualità morali, e di grande talento, specie nella musica. Si pensi, quale fortuna sarebbe stata per Milano se egli si fosse deciso di accettare il posto di maestro di cappella nel Duomo, al quale era stato invitato, dopo la morte del m. Quarenghi. Fu organista del Duomo di Cividale, custode di quel Museo ed Archivio comunale, ivi direttore dell' Istituto delle Orsoline maestro assai pregiato al Seminario di Udine.
Ma la sua attività migliore non fu questa. bensi la partecipazione in prima fila alla lotta per l'incremento di quella che fin d'allora si chiamò, con una parola sintetica, la musica sacra.
Intervenne ai Congressi Cattolici di Venezia nel 1874, di Firenze nel '75, di Bologna nel '76, a perorare la causa della musica di chiesa. D'accosto a don Amelli e con la cooperazione di egregi signori e di distintissimi maestri di musica, nel maggio 1875, fondò il periodico Musica Sacra.
Egli studia la costituzione di una associazione italiana di S. Cecilia, e lo stabilimento in Roma di una Cappella Gregoriana, per allevarvi cantori distinti, unicamente dati al servizio divino e per la esecuzione della musica sacra. E' nominato a presiedere una Commissione permanente per l'esame dei progetti di nuovi organi. Lo troviamo a parte del Comitato promotore italiano del Congresso europeo di canto liturgico tenuto in Arezzo, nel 1882 in onore di Guido Monaco. Uomo di lettere, e non solamente musicista. Molto numerose sono le sue composizioni musicali, a cominciare dal Cantico di S. Francesco d'Assisi, pubblicato nel 1855 nella Gazzetta Musicale di Milano, dalle Messe premiate a Nancy e a Parigi, alla Messa Ducale, prima e seconda, alla serie dei 20 Mottettini Eucaristici, che abbiamo mentovati esordendo, alle Antifone della B.V.M., alle 26 Canzoncine popolari in onore di Maria Ss., al Vespro, ai Concentus Sacri. Sono più di 300 produzioni musicali, senza tenere conto di quelle che rimangono tuttavia nelle mani dei privati, e che non sono conosciute in pubblico. Ho avuto occasione di vederne, io stesso, talune, raccolte in bella partitura originale, nelle mani di un amico. Un compositore di primo ordine, non solamente, per l'abbondanza delle cose prodotte, ma più per l'arte assai fine e singolare della loro elaborazione. Ne riferiva don Amelli, in seguito ad una visita fattagli nel 1882 : «…egli scrive la sua musica, come noi scriviamo le lettere di confidenza agli amici e famigliari. La sua mente chiara ed elevata è, per così dire, satura oramai di cognizioni liturgiche ed artistiche: il suo cuore educato da tanti anni alle soavi emozioni della pietà e allo slancio dell'entusiasmo religioso, gli somministrano una feconda vena di nobili pensieri e d’affetti, che egli sa dipingere maestrevolmente con la sua abilissima penna musicale.
Vero sacerdote di Cristo per virtù soda e ampia dottrina, ad imitazione del Beato Angelico, di S. Tommaso d'Aquino, traeva l'ispirazione alla musica, fissando la mente in Dio, e non scrivendo una nota, non dopo essersi inginocchiato a chiedere lume all'Altissimo e alla Vergine Immacolata. Anima semplice e pia, raggiunse il compenso della sua virtù e del suo lavoro indefesso il 21 gennaio 1883, mentre stava musicando il salmo In exitu Israel. Tale è l'uomo, il sacerote, e il musicista che era opportuno, giusto e doveroso ricordarlo. L'illustre maestro Oreste Ravanello, direttore della Cappella musicale del Santo di Padova, lo ha felicemente denominato il Palestrina del secolo XIX.